Il Parco Naturale di Montioni
Un'area naturalistica inserita nel sistema dei Parchi della Val di Cornia
Il Parco Naturale di Montioni
un’area naturalistica inserita nel sistema dei Parchi della Val di Cornia si estende per circa 7000 ettari tra il confine di Livorno e Grosseto nei comuni di Campiglia Marittima , Suvereto e Follonica . Le sue alture, che superano i 300 metri sul livello del mare, sono coperte da una fitta macchia mediterranea dominata da lecci. Una rete di antichi sentieri, un tempo percorsi da taglialegna, carbonai, pastori e cacciatori, offre oggi itinerari per escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo.
Il territorio del parco vanta una notevole ricchezza storico-archeologica. Qui si trovano testimonianze di insediamenti etruschi e romani, successivamente sovrapposti da strutture medievali. Tra i luoghi più rilevanti spiccano i resti della Pievaccia, le rovine del Castello di Montioni Vecchio, le antiche terme di Montioni e le cave di allume, preziosi esempi di archeologia medievale. Questo bosco, attraversato da secoli di storia, conserva numerosi racconti.
Una delle vicende più note è quella legata a Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, che venne incaricata di governare il Principato di Piombino, un punto strategico per il controllo della navigazione verso la Corsica e il Tirreno settentrionale. Fu proprio lei a dare vita, all’inizio dell’Ottocento, a un villaggio minerario legato alle cave di allume. Questa risorsa, già utilizzata dal 1474, giocò sotto il governo di Elisa un ruolo cruciale per l’economia del territorio. Il villaggio comprendeva le abitazioni dei minatori, forni per la lavorazione dell’allume, la residenza della principessa e un bagno termale privato alimentato da acque sulfuree a 31 gradi. Oggi dello stabilimento termale restano solo le mura e una parte della pavimentazione, nei cui dettagli è ancora possibile identificare la posizione delle due vasche realizzate nella bottega del Canova.
Il parco
custodisce altre storie che sembrano ancora vibrare tra gli alberi mossi dal vento. Si narra delle vite dei minatori, dei vetturini e dei lavoratori che solcarono questo paesaggio fatto di cave e gallerie scavate nella roccia. Un modo per riscoprire il loro vissuto è percorrere il Sentiero di Poggio Saracino. Partendo dall’abitato di Montioni, si possono osservare gli edifici di epoca napoleonica, le miniere a cielo aperto e sotterranee, i forni e i sistemi per il trasporto della pietra alluminosa. Il percorso conduce poi al punto panoramico di Casa Saracino, prima di scendere attraversando alcune antiche carbonaie. I sentieri del fondovalle attraversano foreste dominate da cerrete, accompagnate qua e là da ornielli e meno frequentemente da sughere. Salendo verso le alture, si estendono fitte le leccete con il loro caratteristico ambiente ombreggiato e cupo. Qua e là emergono il corbezzolo e la lentaggine, che aggiungono ulteriore densità al paesaggio.
Questa natura selvaggia non è soltanto affascinante sotto il profilo botanico ma è anche fondamentale per la fauna che la abita. Il parco ospita una grande varietà di animali: abbondano gli ungulati come daini, caprioli e cinghiali; tra gli altri mammiferi si incontrano donnole, volpi, istrici, ricci e probabilmente anche il gatto selvatico. Tra i piccoli mammiferi vi sono moscardini, ghiri, mustioli (il più piccolo mammifero europeo) e quercini. Anche i pipistrelli trovano rifugio grazie alla presenza di cavità naturali, grandi alberi e ruderi. Infine, il parco accoglie numerosi rapaci. Tra quelli diurni si possono individuare il biancone, la poiana, lo sparviero, il falco pecchiaiolo e il gheppio; tra i notturni l’assiolo, la civetta, il gufo comune, l’allocco e il barbagianni.